mercoledì 19 dicembre 2012

Il vestito della festa





Non esiste più l'abito della festa. Quello che la mia mamma mi faceva indossare la domenica, con i calzettoni traforati bianchi di lana. E anche quando le gambe diventavano paonazze per il gelo, andavo fiera di quelle scarpette nere, alte, di pelle lucida. Nuove. 
Ricordo che comprare qualcosa di nuovo, e soprattutto le scarpe, era un evento e per giorni conservavo, con orgoglio, quella strana ma piacevole sensazione di appagamento interiore.
Era un Natale semplice, con poche luci e con affetti passati che non torneranno più.

Con la stessa semplicità, quest'anno - il 13 dicembre per Santa Lucia - abbiamo pensato di prepararci al Natale così...




































Riscoprire la bellezza delle cose semplici, apprezzare piccoli gesti - espressione di sentimenti profondi quanto sinceri - e il nostro vivere avrà un senso diverso.

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3 commenti:

  1. Buone feste carissima, tanti auguri a tuttiiiiiii!

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  2. Non è vero che le cose andate non ritornano più. Nei nostri cuori e nelle nostre menti, i ricordi belli non svaniscono mai.
    Ce li portiamo con noi e nessuno potrà impedirci di riviverli.
    Li rivivremo in un'altra dimensione, quella dell'Amore.
    Buone Feste e un'abbraccio
    Andrea

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  3. Cara Anto,
    oggi, con la Festa che si sta spengendo riprendo le forze.
    Chiudo gli occhi.
    Respiro piano, in mezzo ai profumi di fine cena, che si mescolano al dolce zuccheroso di pandoro, arance e mandarini. E ripenso ai giorni che ci hanno portato fino a qui. Giorni pienissimi di cose, di pensieri, di luci, di corse per i regali ai nostri bambini... con liste da rispettare, e da "reinventare"... meno male che babbo natale è vecchietto e non ci vede bene, così si può anche sbagliare nel leggere le letterine e porta quello che trova... Ecco.
    Con il riposo che chiedono i miei pensieri ora mi fermo a leggere questo frammento degli anni che sono stati. Anche io ho ricordi legati ai calzettoni bianchi traforati, che avevano il pregio, con le mie gambette che magre non sono mai state, di disegnare fantastici ricami naturali sulla pelle, che duravano diverse ore dopo che li avevo tolti... e quelli traforati anche sulle dita dei piedi, con qualche ditino che sbucava dal traforo elegante... che antipatici quei calzettoni.
    Io ricordo il primo presepe che ho fatto da sola, da sorella maggiore, disegnando tutti i personaggi su un foglio di quaderno a quadretti... ritagliandoli e facendoli stare in piedi con una sorta di magia... e che bello stare al buio che si accende dei colori delicati delle lucine dell'albero. E poi si spenge. e poi si accende, in sequenze mai uguali... che bello... che magia, che si ritrova ora negli occhi dei nostri bambini... magia. Magia della luce, come la festa della luce del tredici dicembre, che è proprio la festa della luce. Santa Lucia. E a proposito di luce, anche noi ne abbiamo una, che invece a differenza di quella degli alberi di natale, non si spenge mai. Brilla sempre. Lontana. Vicina. Alla giusta distanza. Ti illumina il cammino nei giorni in cui anche la famiglia pesa, in cui vorresti solo chiudere gli occhi ed essere altrove. Ma li riapri e la tua luce è lì paziente, che ti aspetta e ti avvolge. E scrive, presente. Da voce a chi in quel momento non ce l'ha o a chi non ha le parole.
    Ti voglio tanto bene.
    Continui ad essere un esempio e un punto fermissimo.
    Bea

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