mercoledì 24 luglio 2013

"TrisoMania" e gli occhi di Saverio

Saverio Tommasi.
Così ci hanno visto i suoi occhi... 





Quache tempo fa mi scrisse una e-mail, esprimendo il desiderio di approfondire la sua conoscenza sulle attività della nostra associazione. 
Ci incontrammo, e dopo una lunghissima chiacchierata con la sottoscritta - che sicuramente contribuì solo a confonderlo, decise di venire a "vivere" con noi. 

E così, da un bel giorno in poi e per intere settimane, non ci ha mollato un secondo. 
Vedevamo Saverio in ogni luogo.
Ci ha seguito come un'ombra, con il fiato sul collo, un avvoltoio sulla spalliera, rubando interviste a chiunque capitasse sotto le grinfie della sua telecamera; ha rincorso per giorni chi tentava di sfuggirgli per non essere ripreso. Ha frequentato ogni attività, ha "scroccato" pranzi, cene e colazioni, si è divertito alle feste e ha praticato sport. 
Ha incontrato genitori, e fatto interviste ovunque...sì, proprio ovunque!

Ora non esageriamo, eh!




Insomma, era diventato talmente parte di noi che a un certo punto ci siamo domandati se dargli la "busta paga" o inserirlo in "terapia"!

Fatto sta che è riuscito a sintetizzare ore di riprese realizzando un fantastico reportage di soli 18 minuti. Semplicissimo. Verrebbe da dire. Si taglia, si incolla e via, fatto! Tutto qui? 
No.
E' proprio qui che subentra la straordinaria abilità e intelligenza di chi ha saputo raccontare con gli occhi "giusti". 
Gli occhi che vorremmo utilizzassero tutti quando si avvicinano per la prima volta al nostro mondo, quando parlano di noi.
Gli occhi che brillano, che sorridono.
Gli occhi che affrontano la diversità con l'ironia. Questa è la nostra filosofia e il nostro modo di affrontare la vita. Anche e soprattutto la vita segnata dall'handicap.




Raccontare e far riflettere con la totale assenza di pietismo, che non vuol dire negare la differenza, ma accettarla e inserirla in un orizzonte più ampio che la include e la supera. 
Una strada che percorriamo da anni, ma che pochi conoscono.
Le persone che vivono una difficoltà non hanno bisogno di sentirsi confermare il loro disagio, e non devono avere l'obbligo di adeguarsi al mondo "perfetto" costruito da coloro che si sentono "normali".
Le persone che vivono una difficoltà dovrebbero trovare sicurezza e certezze in quella che normalmente definiamo "la società civile". 
Ma è umano: tutto ciò che non si conosce ci fa paura, e se possiamo lo evitiamo. Sempre.

E allora posso finalmente scrivere...



sorridete cliccando                                             qui


Ad oggi 23000 persone - tante le visualizzazioni - sicuramente hanno spento il proprio computer con "qualcosa in più" nel cuore e nella mente!


Grazie Saverio!
"Aspetta...
posso andare in bagno?"

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