lunedì 27 gennaio 2014

Rubrica letteraria: Lo Stralisco



Lo stralisco – Roberto Piumini
Un bambino, unico figlio di un re, soffre di una malattia che lo rende “allergico” all’aria e alla luce. Trascorre quindi la sua esistenza in tre stanze, accudito da fedeli servitori e amatissimo dal padre.
Quest’ultimo decide di fargli un dono speciale per il compleanno e regala al figlio un pittore: dovrà dipingere le pareti delle stanze in modo che il bimbo possa vedere il mondo senza uscire dalla sua prigione dorata.
Lo stralisco del titolo è la spiga di un grano speciale, che si illumina nelle notti d’estate, immaginata dal bambino e che il pittore riuscirà a rendere reale.
Roberto Piumini è un pedagogista che ha scritto molto per i bambini. Ha partecipato come autore a diverse trasmissioni RAI per l’infanzia, ha scritto canzoni e “opere teatrali” studiate per i bambini rappresentate nelle scuole. Ha scritto anche romanzi per adulti e radiodrammi.
A mio avviso questo racconto lungo (o libro corto) è di una bellezza assoluta. L’autore, tenendo fede al suo cognome, scrive con la leggerezza di una piuma e racconta i rapporti tra i tre protagonisti (padre, figlio, pittore) con poesia e delicatezza. I personaggi che ne vengono fuori sono reali ed emblematici.
Il pittore finirà per vedere il mondo con gli occhi del bambino, imparerà ad ascoltarlo e diventerà tramite fra lui e il padre che per rispetto e per amore resta ai margini degli eventi. Leggendo avevo la netta sensazione di vedere con i miei occhi la pittura procedere e mutare. Ogni volta che il piccolo aveva una crisi della sua malattia temevo che fosse l’ultima e che il racconto sarebbe terminato. Ho provato più di una volta il desiderio di abbracciare il re per consolarlo nella sua impossibilità di manifestare la sua sofferenza.
Il finale è amaro come sa esserlo la vita, ma quel che lascia è una sensazione di rimpianto dolce.
Se vi venisse in mente di leggerlo, comprate l’edizione che contiene 3 racconti (ha lo stesso prezzo): in uno Piumini elabora una fantastica teoria sull’origine delle statue dell’isola di Pasqua (Motu-Iti), nell’altro affronta col suo stile magico la morte di chi amiamo (Mattia e il nonno).
Recensione a cura di Silvia Corazza

Dopo una pausa, Sakumat domandò:
  • Vuoi che dipingiamo le figure come nei sogni, Madurer?
Il bambino restò in silenzio ancora. Poi sorrise e disse:
  • No. Dipingiamo il mondo. Ai sogni ci penso io.


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